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mercoledì 29 gennaio 2020

Battuti all’asta i water di the Voice

Ci sono anche tre preziosissimi water di marmo italiano tra i mobili di Frank Sinatravenduti dalla casa d'aste S & S Auction. Per sedersi sulla stessa tavoletta di The Voice (usata esclusivamente da lui) gli ammiratori non hanno badato a spese. I wc di una suite del Golden Nugget Casino di Atlantic City, dove la star usava alloggiare, sono stati infatti battuti all'asta per oltre 11mila dollari.
l magnate dei casinò, Steve Wynn, ha selezionato decorazioni da tutto il mondo per arredare la gigantesca suite da oltre 550 metri quadrati dove dormiva Sinatra, che ha cantato per diversi anni nell'hotel.

Nessun altro poteva dormire nella camera in sua assenza, come ha raccontato alla Cnn David Berenblilt, della casa d'aste che ha battuto gli oggetti. Uno dei servizi, in marmo italiano con la seduta dorata a forma di conchiglia, e' stato venduto per 4.250 dollari, mentre altri due per 3.500 e 3.750 dollari.



giovedì 3 dicembre 2015

Tamara che rifiutò D'Annunzio...


Era bella, trasgressiva, indipendente, forte e fragile al contempo: Tamara de Lempicka ancor oggi riesce ad affascinare e sedurre attraverso i suoi lavori originali e ricchi di glamour. Le piaceva scandalizzare, non solo attraverso i suoi quadri, soprattutto con il suo stile di vita; amava uomini e donne e non ne faceva mistero, con la vicina di casa Ira Perrot ebbe una lunga relazione e ci rimediò pure un viaggio tutto spesato in Italia, e “La bella Rafaela”, italo-americana di 17 anni, fu sua amante per un mese e modella di ben sei ritratti. Madonna oggi è una delle sue maggiori estimatrici, lei però le tele della Lempicka ce le ha dentro casa, le colleziona come noi collezioneremmo francobolli e figurine, sì proprio la stessa cosa. Io in bagno ho una crosta comprata al mercatino a pochi euro, la pop star, invece, la “Nana De Herrera” ce l’ha tra il lavandino e la vasca da bagno. 
"La NANA" di Madonna
La dura legge del “chi tanto e chi niente”. Nel 1990 durante un'intervista a Vanity Fair la cantante si vantava "Ho un sacco di dipinti suoi a New York. Ho un intero museo di Lempicka". Odiosa. In fondo si somigliano, entrambe hanno puntato sul fascino personale per costruirci una carriera, il talento c'è e si vede, ma difficile stabilire se siano riuscite meglio nelle loro creazioni o nel costruire una biografia tale da farne parlare anche le generazioni future. La capacità di spettacolizzare ogni banale eccesso, facendo della loro stessa esistenza un'opera d'arte.






                            
Blu China o Blu Tamara?
Alla grande mostra monografica allestita a Verona non sono andata impreparata. La conoscevo già prima e piuttosto bene, forse però conoscevo meno la Tamara privata quella che dagli anni Venti a seguire abbagliava quando entrava in una stanza, catalizzava l'attenzione su di sé, con quei look eccentrici, un'innata eleganza e la voglia di osare. In realtà non era bella secondo i canoni tradizionali, quanto la sua convinzione di esserlo convinceva non solo se stessa, ma quanti le giravano intorno. Bionda, snella, mai sciatta, una "fashion victim" del tempo; forse è per questo che mi piace tanto. Determinata a raggiungere il successo, aggiungendo forza di volontà, studio e applicazione è riuscita perfettamente nel suo intento. Una vocazione cosmopolita che l'ha resa viaggiatrice del mondo, esule in Francia e poi cittadina americana. Frequentatrice del jet set, perché solo così puoi riuscire ad avere il tuo posto; se puoi permetterti un pasto al giorno la regola della Lempicka sarebbe: piuttosto che andare in trattoria, prendi un cocktail e mangia olive in un albergo a 5 stelle, lì sì che puoi fare incontri interessanti. Ora io preferisco una carbonara con gli amici di sempre, però in alcuni casi la tentazione di seguire il consiglio è piuttosto forte.                                                                                       

Dopo la solita "capatina" alla toilette, accompagnata da altre 3 donne in perfetto stile "Sex and the city" e dal mio Mr. Big (non tanto nel portafogli, ma di cuore) comincio il giro a Palazzo Forti, una sala dopo l'altra per provare davvero a scoprire chi era questa grande artista. 
Toilette d'autore
A tratti stratega, capace di contrarre due matrimoni basati sul reciproco affetto e sostegno, no sulla fedeltà coniugale, assolutamente non contemplata, perfettamente in linea con il personaggio. Una "mammina cara" stile Hollywood, che immortalava Kizette per poi lasciarla crescere dalle balie. Ma la notizia che più mi ha stupito è stata quella dell'amore incompiuto tra la polacca e il nostro Vate; pare che Gabriele D'Annunzio sia arrivato a metterla alla porta dopo il fallimento dei suoi ripetuti tentativi di seduzione. Lui non abituato a un no, che smacco deve essere stato! Tamara era entrata al Vittoriale con uno scopo ben preciso: fare un ritratto dello scrittore. Entrambi rimasero delusi.
Ben curata, con attenzione ai particolari, la mostra mi ha dato conferma che ho sbagliato epoca. Quei favolosi anni che, seppur con le profonde ferite della Grande Guerra, erano stimolanti sotto ogni profilo, non solo quello della moda, con una eleganza e una raffinatezza che non torneranno più, soprattutto dal punto di vista delle arti, quando a ognuno veniva data la possibilità di esprimersi e sperimentare oltre il consentito. Tamara "la scandalosa" l'ha fatto.

lunedì 28 settembre 2015

A Milano si fa il benvenuto e l'addio nella stessa cena per risparmiare tempo

Andata e ritorno Roma-Milano in meno di 24 ore per festeggiare un compleanno. Può sembrare molto chic, in realtà è un po' faticoso, ma per le persone a cui si vuole bene si fa questo e altro! L'invito arriva da Letizia, la moglie di mio cugino, che insieme al marito lo scorso anno furono capaci di fare in macchina a mezzanotte Grosseto-Milano per poter festeggiare il mio quarantesimo compleanno. Sembriamo una famiglia di festaioli, in effetti ci piace molto condividere momenti gioiosi, ma purtroppo non capita tutti i giorni! Ne approfittiamo quando possibile e questa è stata una di quelle occasioni.
L'invito è stata anche un'opportunità, oltre che per rivedere parenti e amici, anche per stare a Milano dove mi sento sempre come a casa. Si possono dire le solite cose di questa città: fredda, inquinata, grigia, ma la sua organizzazione, pulizia e precisione sono una manna dal cielo per chi come me ha deciso di vivere a Roma (forse è più giusto dire "sopravvivere", visti tutti i problemi per la sua gestione).
La festa è stata in uno dei locali più modaioli di corso Sempione. La mia umile taglia 42 in quella zona è da considerarsi "taglia forte". Mangiare a cena un piatto di pasta, una follia. Non bere neanche un mojito, l'anticamera verso la casa di cura per anziani. Fermo restando che non ho mai detto di sentirmi giovane (!), mi sono buttata nella mischia insieme agli invitati, tutti fortunatamente come me.

Ingresso del locale dove si tiene la festa



L'appuntamento è alle 21 davanti al Jazz Cafè. Viene preso d'assalto da milanesi e fashion victim, perché in quei giorni si tiene la settimana della moda. È un locale per aperitivi, ristorante, piano bar (si chiamano ancora così??) e discoteca. Più volte ci siamo detti: ma cosa ci facciamo qui? Però proprio questa discrepanza con i frequentatori abituali ci ha fatto divertire. Forse per la gioia di sentirsi normali in una taglia M! Nel locale ci sono più camerieri che clienti, soprattutto perché la cena deve essere molto veloce per permettere il prima possibile agli invitati di ballare al ritmo della musica più folle. La colonna sonora della serata infatti non è per palati fini o frequentatori dei locali più trendy di Ibiza, ma per chi come noi vuole solo stare insieme e fare baldoria. La musica va da Fiordaliso, a Ricky Martin, passando per Enrique Iglesias, Christina Aguilera e Duck Sauce (quelli di "Barbra Streisand").
Ingresso della toilette
L'interno è molto pulito
Non ho mai ballato così tanto su scarpe tacco 8. E soprattutto, non ho mai ballato senza neanche inciampare! Un miracolo! Considerato che io ero quella che aveva le scarpe più basse e che tutte le donne del locale sembrava andassero anche al mercato su un tacco 11 (senza plateau!!), cadere sarebbe stato un vero smacco.
Scansando varie veline ed ex giocatiri di basket sono riuscita a raggiungere la toilette, molto pulita e in ordine anche a fine serata. Questo viaggio è stato portato a termine senza danni a caviglie o ginocchia! A un tratto ho anche avuto un miraggio e ho pensato: "stai a vedere che mi basta bere un centrifugato e sarei una di loro!".
La visione è fortunatamente durata poco, così quanto la mia voglia di pranzare con una barretta energetica. Quando quasi mi ero ambientata a taglie 36, tacchi esagerati e micro jeans, è arrivata l'ora di andare a dormire. Mi è dispiaciuto lasciare i miei cugini e i loro amici, tutte persone "normali" sia chiaro!, ma sono stata contenta di poter tornare a indossare le mie ballerine senza problemi in una città dove prendere un autobus in orario rimane ancora un sogno.


Per approfondimenti:

http://www.ristorantejazzcafe.com/

Votazione della toilette: 3/4

martedì 22 settembre 2015

Maratona notturna con pausa in bagno... Vanno in scena gli Emmy!

Adoro vedere le cerimonie di premiazione americane. E’ tutto uno sfoggiare: bei vestiti, sorrisi smaglianti, nuovi partner o qualche ‘ritocchino’ particolarmente riuscito. Per questo mi sono sintonizzata la scorsa domenica su Rai4 che trasmetteva gli Emmy Awards, accompagnati, nella versione nostrana, dai commenti di Fabio Canino e Andrea Fornasiero, critico cinematografico di FilmTV. La 67esima edizione, che a Los Angeles iniziava alle 17, facendo un calcolo su i fusi orari, in Italia era prevista dall’una di notte (per non perdersi la classica sfilata del red carpet). Se avessi saputo che il giorno dopo sarebbe stata riproposta in prima serata, forse avrei evitato questa maratona che ha richiesto un paio di caffè e qualche pausa in bagno in attesa del gran finale.
Ne parlo ora a mente fredda perché non solo ha richiesto un momento di metabolizzazione, ma soprattutto la presa di coscienza che nell’ultimo periodo ho trascurato quello che stava diventando un vero e proprio lavoro: pianificare la mia settimana secondo le serie Tv in onda o da recuperare in streaming in lingua originale qualora non avessero passato i confini.
Mi sono sentita quindi in difficoltà quando ho capito che non ho visto neanche una puntata del fantasy Game of Thrones, primo nella storia degli Emmy a vincere 12 premi in una sola edizione La produzione tv tratta dai libri di George R. R. Martin, ha battuto il record delle 9 statuette vinte da West Wing nel 2002: miglior serie drammatica, miglior regia di serie drammatica (Davide Nutter), attore non protagonista (Peter Dinklage), miglior sceneggiatura (Benioff, Weiss), mixaggio suono, casting, effetti speciali, montaggio suono, trucco, coordinamento stunt, production design, makeup for a single camera, single-camera picture editing. Trono di Spade è addirittura riuscito a frenare il dominio incontrastato di Mad men (ma finalmente Jon Hamm- Don Draper ha vinto come miglior protagonista maschile di una serie drammatica). 
Belvedere
Mi sono persa anche Olive Kitteridge, la mini-serie di successo tratta dal romanzo di Elizabeth Strout, che ha sbancato raccogliendo consensi per Frances McDormand, Richard Jenkins e Bill Murray (grande assente).
Versione trasparente









Per fortuna sono ancora in tempo per Transparent, primo telefilm prodotto e realizzato da Amazon, accolta negli Stati Uniti come una rivoluzione. La storia della famiglia Pfefferman, ripresa nella sua lotta quotidiana per l'amore, l'accettazione e la consapevolezza, che a dire del New York Times rappresenta "la salvezza del mondo trans". Ha ottenuto ben due riconoscimenti, di cui uno strameritato a Jeffrey Tambor, celebre per essersi calato più di una volta in ruoli al limite del paradossale.“Grazie per il vostro coraggio” -ha affermato Tambor dopo aver ricevuto la statuetta riferendosi alla comunità transgender - “Grazie per la vostra pazienza e ispirazione. Grazie per avermi reso parte di un grande cambiamento”. 

Considerato l’equivalente del Premio Oscar per il cinema, del Grammy per la musica e del Tony Award per il Teatro, l’Emmy è ambitissimo a chi si è dedicato ai vari settori dell’industria televisiva. La donna alata con un atomo tra le mani è divenuta un vero simbolo da esibire in salotto (i più eccentrici nel bagno) come a voler mettere in mostra il frutto di un successo abbondantemente sudato. Chissà se farà così Viola Davis, premio alla migliore attrice protagonista per una serie drammatica, con Le regole del delitto perfetto (How to get away with murder). La Davis è, infatti, la prima attrice afro-americana a portare a casa la statuetta da protagonista e, nel suo discorso di ringraziamento, ha sottolineato che la sua vittoria è stata resa possibile dal fatto che, finalmente, ci sono anche in tv ruoli per donne di colore. 
Orange is the new black - il mio bagno preferito!
Non ci sono state grosse sorprese dal Microsoft Theater di Los Angeles, a sentire gli esperti, i riconoscimenti erano piuttosto prevedibili. Molto bene ha fatto anche Veep, migliore serie comica che ha portato via il premio a Modern Family, che negli ultimi cinque anni si era abituata bene. La protagonista Julia Louis-Dreyfus ha vinto la statuetta come migliore attrice brillante e Tony Hale che ha ottenuto il suo secondo Emmy come migliore attore non protagonista in una commedia. 

Uniche note di colore della cerimonia (non degna di nota la prova di conduzione dell’attore comico Andy Samberg, dal Saturday Night Live), sono state: l’emozione irrefrenabile di Jon Hamm, che dopo sette anni di nomination andate a vuoto, ha ritirato il premio arrampicandosi sul palco, e il vestito giallo di Heidi Klum; la supermodella tedesca ha scelto un giallo acceso che faceva a pugni con il red carpet. Onestamente a me è piaciuto, e non perché l’ho visto come un omaggio alla mia squadra del cuore. No, giuro.


domenica 20 settembre 2015

L'ospite è come il pesce...

"Il treno non esiste più!" Con questa frase comincia la mia 48 ore in quel di Verona a trovare l'amica di una vita, nonché socia di questo blog, Annalisa. Ci conosciamo da 15 anni e ammetto che ho appreso con gioia, anche se con un pizzico di tristezza, la comunicazione che avrebbe lasciato Roma. La tristezza è durata un attimo, sparita quando ho realizzato il motivo del trasferimento: il "suo" Mario. So che alla cara Annalisa il trasloco dalla sua Roma sarebbe pesato, ma quando si incontra l'uomo giusto è bene tenerselo stretto, valutare pro e contro di un cambiamento e poi decidere per il grande salto. Ero un po' dispiaciuta certo, ma sapevo che la scelta era ripagata da una bella storia d'amore. E chi può impedirla? "Ciò che noi chiamiamo rosa conserva il suo profumo anche con un altro nome", diceva Shakespeare in Romeo e Giulietta ambientato proprio a Verona. Parafrasando..."un'amicizia conserva la sua essenza anche a chilometri di distanza".
Veniamo al nostro breve ma intenso weekend. Nonostante la partenza ritardata, che spiega l'incipit del post e dovuta a una mia enorme disattenzione nel leggere il tabellone all'ingresso della stazione, (neanche fosse la prima volta che vado a Termini!), riesco ad arrivare a Verona giusto per cena.
Insegna del locale

Il primo posto dove vengo portata da Annalisa e il "suo" Mario è un ristorante-pizzeria-discoteca che si trova sulle colline immediatamente fuori Verona. Si chiama Piper, ha una vista mozzafiato e una particolarità: il suo titolare ama talmente Patty Pravo da prendere spunto da lei e dalla sua carriera per chiamare ogni cosa, dal nome del locale fino ai tipi di pizza, con il titolo di una famosa canzone della "ragazza del Piper" (per l'appunto!).



Il grande e comodo specchio del Piper



I bagni sono splendidi e molto pratici per noi femminucce perché dotati di specchi grandissimi per poterci ritoccare il trucco con facilità.


                                        
                                       Toilette dei maschietti identificata con ben due targhette (dice che si sbagliano sempre...)

La zona discoteca
Il giorno dopo, nonostante un diluvio inusuale per agosto, siamo riusciti a fare una passeggiata per il centro attraversando piazza Bra e piazza delle Erbe. Io e Annalisa abbiamo l'abitudine di santificare ogni pasto sedute comodamente a tavola, soprattutto in vacanza. Che nessuno venga infatti a parlarci di un panino consumato correndo perché potremmo diventare cattive! Abbiamo perciò scelto il Roma Caffè, uno dei posti più trendy della città, con vista su Castelvecchio. Là abbiamo mangiato una mozzarella di bufala che non faceva invidia a quella campana!

L'insegna della toilette del Roma Caffè
L'interno del bagno del Roma Caffè









La giornata intensa, soprattutto perché la notte prima eravamo andate a dormire alle 5 per chiacchierare e fare un breve aggiornamento delle nostre vite, è terminata nelle meravigliosa Sirmione, un paese che sembra disegnato e che si affaccia sul Lago Di Garda. Le sue acque termali sono note per chi ha cura di naso e gola. Abbiamo scelto una trattoria in pieno centro dove siamo stati serviti con velocità. Si chiama La Fiasca ed è ottimamente recensita da Tripadvisor. La proprietaria ci aveva risposto seccamente al telefono quando abbiamo chiamato alle 20:15 dicendo che fino alle 21 non avrebbe avuto un tavolo libero (!). Il tempo di trovare parcheggio, mai tanto facile a Sirmione, e siamo arrivati!

L'ottima trattoria di pesce La fiasca
Unica, ma comoda toilette per uomini e donne


Ebbene sì. Un salto negli anni '70 con carta da parati con frutta e foglie 

La mattina dopo la sveglia è suonata presto. Il treno che mi avrebbe riportato a casa partiva alle 9. Una colazione veloce e i saluti, non senza qualche lacrimuccia, con una convinzione: i veri amici non li perdi mai e questo weekend ne è stata la riconferma. 


Per approfondimenti:

Ristorante-pizzeria-discoteca Piper
http://www.piperverona.it/

Caffè Roma
http://www.viaroma33cafe.it/


Trattoria La Fiasca, Sirmione

http://www.trattorialafiasca.it/

Le Toilette incontrate erano tutte buone. Voto 3/4